Apre la scuola a Torino

A ottobre aprirà a Torino un corso triennale professionale di drammaterapia (insieme a danzamovimentoterapia) che attualmente si trova solo a Lecco. In attesa degli open day, una serie di eventi e occasioni per conoscerla e provarla:

Sabato 1 Giugno dalle 16.00 alle 18.00

Presentazione del libro “Educazione all’arte / Arte dell’educazione” a cura dell’autore Salvo Pitruzzella*

Il volume è un’indagine sui principi dell’Educazione alle Arti, ne sottolinea l’importanza nella formazione equilibrata di individui, gruppi e comunità, in una prospettiva interdisciplinare che include pedagogia, psicologia, antropologia, neuroscienze e filosofia delle arti. Un modello innovativo, sintetizzato nel paradigma CREARE, che indica l’approccio Creativo-Riflessivo-Enattivo alle Arti nella Relazione Educativa.  

Seguirà, in collaborazione con Annapaola Lovisolo**, la Presentazione delle Scuole di Formazione del Centro Artiterapie Lecco (www.artiterapie.it) di prossima apertura a Torino.

*Direttore Scuola DRT Centro Artiterapie Lecco

**Direttrice Scuola DMT Centro Artiterapie Lecco 

Domenica 2 Giugno – Workshop di Drammaterapia e Danzamovimentoterapia

15.00/16.30 – Laboratorio di Drammaterapia condotto da Salvo Pitruzzella

16.30/18.00 – Laboratorio di Danzamovimentoterapia condotto da Annapaola Lovisolo 

Incontri rivolti a studenti delle Accademie di Belle Arti, dei Corsi di Scienze dell’Educazione e della Formazione, dei DAMS; docenti di discipline artistiche; artisti impegnati nell’ambito educativo; pedagogisti, educatori, atelieristi, insegnanti di ogni ordine e grado; studenti e professionisti delle Artiterapie; infine a tutti quelli che riconoscono l’importanza della creatività nella vita umana.

Laboratori di Drammaterapia e Danzamovimentoterapia

Condotti da professionisti del Centro Artiterapie Lecco, che operano nel settore delle Artiterapie.

La Drammaterapia è una Arteterapia fondata sull’uso dei processi teatrali, del gioco, del rito che può essere modulato verso obiettivi educativi, terapeutico-riabilitativi, sociali.

La Danzamovimentoterapia è una Arteterapia che veicola il ritorno al corpo e ne affina le qualità orientanti della memoria e della creatività.

Giovedì 16 Maggio 10.00/12.00 Laboratorio di Drammaterapia aperto agli alunni delle scuole primarie

Giovedì 23 Maggio 10.00/12.00 Laboratorio di Drammaterapia aperto  agli studenti  universitari

Mercoledì 29 maggio 15.30/16.30 Laboratorio di Danzamovimentoterapia rivolto ai gruppi integrati ospiti comunità, centri diurni e operatori

Venerdì 31 maggio 10.00/12.00 Laboratorio di Danzamovimentoterapia per gli studenti  universitari

Venerdì 7 giugno 15.30/16.30 Laboratorio di Drammaterapia rivolto ai gruppi integrati ospiti comunità, centri diurni e operatori

Quarto incontro di Therapeutic Storytelling

Ci sono cose che bisogna sopportare. La miseria non è una di queste. Ci sono mostri che vanno assolutamente sconfitti. Questa fiaba ci mostra le armi che una donna ha sempre a disposizione: intelligenza, creatività e legami di sorellanza.

DOVE:  Cuqù, via Saluzzo 30

QUANDO: Venerdi 26 Aprile dalle 21 alle 23

QUANTO: 20 euro performance +laboratorio 

GRATIS PER CHI NON HA MAI PARTECIPATO

Info e prenotazioni:silviannazzo@gmail.com

 

si cambia pelle

Lo so, dirò una verità scomoda: Chi dice che essere brutti, sgradevoli, repellenti è solo negativo? Molto spesso ci salva da attenzioni che non vogliamo, o di cui abbiamo paura. Allontana chi vuol approfittare di noi. Ci difende dal desiderio altrui. E nostro…
Ma come si fa quando il pericolo ormai è lontano, quando abbiamo imparato a difenderci in altri modi, quando il desiderio si risveglia e non ci fa più paura? Come si fa a togliersi quella maledetta PELLE D’ASINO?

Forse le fiabe ci possono aiutare…

Sulla Bellezza

Cosa dire sulla bellezza?

Ho sempre avuto paura di essere bella, Se ero bella qualcuno poteva impossessarsi del mio corpo senza amarmi.

Sono sempre vissuta con la sensazione che il mio corpo non era il mio vero corpo. Con l’idea che se dimagrivo diventavo la vera me stessa e sarei stata felice, e sarei stata amata. Forse perchè sapeva che non era così il mio corpo si rifiutava di dimagrire. Il corpo sa.

Il corpo è un’energia sottile, non solo una massa. Il corpo possiede una sua bellezza personale, che non ha niente a che fare con i modelli,  standard che ci propongono. Il corpo ha una sua grazia e una sua verità. E se ascoltassimo di più  la saggezza del corpo?

E più piace più si convince di essere bella e più diventa bella e più piace. Un circolo virtuoso semplice che si impara da bambine, sotto lo sguardo amorevole dei genitori, e rimane iscritto nel nostro corpo, nelle nostre movenze. Ma a volte qualcosa va storto, non sempre lo sguardo degli altri è così amoroso e il processo prende la direzione opposta. E viviamo il nostro essere belle o brutte  come se fosse  ormai stabile, definitivo. Ma niente lo è.

Dicono che ciò che conta è essere sè stessi. Ma sè stessi chi? Ci conosciamo bene? Conosciamo tutti i nostri sè stessi che siamo? Siamo belli e siamo brutti, tutti. C’è di solito una parte che è più sviluppata. Sviluppiamole entrambe.

Ricordo un episodio nei libri di Castaneda, dove c’era una giovane donna del suo gruppo, bellissima, una guerriera, che per poter essere libera di fare i suoi viaggi di ricerca senza essere molestata era in grado di diventare una vecchia bruttissima. Non era un semplice travestimento, lei impersonava questa vecchia e raggrinziva fino a diventare irriconoscibile.

Anche la dea Pelè, delle isole hawayii, si  manifesta come una vecchia barbona o come una giovane bellissima vestita di rosso.

Ma se il corpo non è solo massa, se la realtà è in mutamento, allora in maniera molto lenta, sottile soffice, possiamo convincere il nostro corpo a rivelare i suoi splendori, possiamo  lasciar uscire la nostra voce più profonda. Possiamo respirare l’alito di afrodite e rinascere anche noi dalla spuma del mare. Schiena dritta, occhi che brillano.

Con l’aiuto di uno strumento potente: il teatro.

Perchè il teatro? Perchè è una delle arti dello sguardo. Perchè il teatro lavora sul corpo e con il corpo. Perchè il teatro è la finzione assoluta che svela la verità.  Perchè lavoriamo da sempre col teatro per permettere alle persone di ritrovarsi, di scoprirsi. Di vivere quelle vite che nella vita “normale” non gli è permesso vivere. La sorpresa è che possiamo provarle qui, nello spazio protetto del teatro, come un bell’abito che se ci piace possiamo portare a casa e indossare nelle giuste occasioni. Perchè il teatro permette una connessione profonda con sè stessi e con gli altri. Perchè il teatro è il figlio nobile del gioco. Ci siamo formate da bambine giocando, perchè non farlo ancora se vogliamo cambiare qualche cosa?

E allora giochiamo ad essere belle, giochiamo col nostro corpo, giochiamo con i vestiti, con i trucchi, con la danza, con le situazioni, finchè la nostra bellezza personale e profonda sarà rassicurata e non avrà più paura di manifestarsi. La bellezza è una qualità del mondo, bisogna restituire al mondo la sua bellezza. Regaliamo al mondo tutta la bellezza delle donne. Ne ha tanto bisogno.

SENTIRSIGNOCCALAB

vitamina B

Se una fiaba può fare da specchio alla vita, quando vivi un amore complicato è importante chiedersi “In che fiaba sono?”. Potresti essere dentro Barbablù, o dentro La Bella e la Bestia. L’apparenza è simile, ma l’esito è molto, molto diverso… Una cosa però è sicura: la bella non può stare senza la bestia perchè:
UNA SORPRESA ASPETTA
OGNI RAGAZZA TROPPO PERFETTA…

Donne che giocano

ANIMA, ANIMALE, ANIMANTE hanno la stessa radice. La nostra parte animale è quella che ci avvicina di più all’anima e che ci rende vive, ci anima. Un certo sentire istintivo, corporeo, ci rende più calde, accoglienti, nutritive, meno inclini alla crudeltà (che è amica dell’astrazione).
Le donne da sempre sono più vicine agli animali e alla natura in generale. Sono state loro, in epoca preistorica, a osservare il ciclo vitale delle piante e a intuire l’agricoltura. Sono state loro ad avvicinare i primi cani e gatti e, pare, a conquistare la fiducia dei grandi erbivori, mentre l’uomo era prevalentemente impegnato a cacciarli.  Alcuni addirittura  teorizzano che l’addomesticamento sia stato vicendevole, un reciproco, ripettoso processo di avvicinamento, concedendo con ciò un’intenzionalità anche alle bestie: una sorta di mutuo accordo dove a guadagnarci erano entrambe le specie.
A me questa recente teoria piace, anche perchè mi sono trovata per strane vicende della vita a convivere con molti animali: gatti, cani, conigli, pecore… e piante, molte piante. Conoscendoli più da vicino, sono rimasta stupita. Ogni pianta ha la propria volontà, una propria intelligenza e allegria. I gatti fanno gli scherzi. I cani capiscono l’italiano e parlano. Le pecore sono placide ma anche molto nervose, affettuose, testarde, furbe. I conigli s’incazzano (anche se non ruggiscono). Non sono tutti uguali, hanno le loro simpatie, le loro personalità, oltre allo stereotipo classico c’è molto da imparare. E soprattutto gli animali giocano, giocano molto, e imparano giocando.

Perciò riprenderei proprio da qui, dagli animali e dal gioco. Dalle donne, dal loro sapere istintivo, dall’amore per il branco e per i cuccioli. Dalla lana che per secoli abbiamo filato e tessuto. Dal latte che abbiamo munto e lavorato. Dal millenario, anonimo, ma non per questo meno autentico, lavoro di protezione e di conservazione della vita che le antiche fiabe testimoniano e portano con sè.

info

forse non sai che…

Forse non sai che le fiabe in origine non erano solo per i bambini. Anzi, erano principalmente per gli adulti. Quando la cultura scritta era per pochi, la maggior parte delle persone attingeva alle fiabe, tramandate e raccontate a voce, la saggezza della vita quotidiana.
Le fiabe sono un concentrato di simboli, come un bicchierone di vitamine che ti darà una nuova vitalità.
Le fiabe sono delle mappe antiche, che a saperle interpretare, ti guidano nel viaggio verso ciò che desideri.
Le fiabe sono una finestra su un altro tempo, il tempo del c’era una volta, un mondo virtuale che comunica col nostro in modi sorprendenti.

Therapeutic Storytelling è…

C’era una volta una mamma che portò suo figlio a fare il certificato medico per l’attività sportiva.  La dottoressa era un po’ nervosa e cominciò a trattarlo piuttosto bruscamente

“No, fai così! No, fai colà! Ma cosa fai!?”

Il bambino tutto sommato si stava comportando bene.  Poi venne il momento dell’elettrocardiogramma.  La stanza era molto fredda, il piccolo era a torso nudo,  disteso su una lettiga di metallo,  spalmato di gelatina,  gli elettrodi sul petto e sulle caviglie… Forse aveva freddo, forse era agitato fatto sta che cominciò a tremare un pochino.

“Cosa fai?!  Tremi?   Così l’esame non viene. Smettila di tremare!”

Il bambino  tremava ancora di più : “Non ci riesco…”

“Non rispondermi quando ti parlo! Allora mi raccomando:  non tremare, non parlarmi. Guarda che son passati  bambini di 5 anni che non hanno dato problemi,  come mai tu non ce la fai?”

La situazione stava precipitando,  la mamma poteva dare in escandescenze davanti a una situazione così assurda.  Invece disse:  “Pietro, ascoltami, adesso ti racconto una fiaba.

” C’era una volta una bambina, che faceva la quinta elementare. Ma la sua scuola si trovava in mezzo ad un bosco di ulivi, in Iran. Tutte le mattine la bambina attraversava il bosco, salutava due pecore che brucavano in una radura, una bianca e una nera, e poi entrava in classe…”

Pietro si calma, è curioso, vuole capire come va avanti.  E intanto non trema più , il minuto passa e il benedetto cardiogramma è fatto.

“Complimenti per la fantasia,  signora. ” disse la dottoressa.

E non sapeva quanto Pietro si agita quando va dal dottore, non sapeva quanto lei ha fatto attenzione a mescolare elementi noti per rassicurarlo (protagonista bambino, la scuola, le pecore) ed  elementi strani (l’uliveto, l’Iran) per mantenere la suspence.  La dottoressa si sbagliava:  non era solo fantasia,  era Therapeutic Storytelling.

Avete presente la famosa storia del maestro zen che dice al discepolo: “Per meditare rilassati,  va tutto bene,  e mi raccomando,  non pensare alla scimmia che ride” ? Da quel momento il discepolo non pensa ad altro che alla scimmia che ride. Tu non puoi dire a uno:  “Non tremare!” se sta tremando.  Però puoi distrarlo, portarlo da un’altra parte e in questo modo far passare il freddo e la paura.

Questo è Therapeutic Storytelling : una cosa molto semplice dal potere straordinario.  Ed è solo il primo livello del potere delle storie:  catturano la nostra attenzione e ci portano altrove.  E’  il punto di partenza, le storie possono fare molto, molto di più.

 

Pedagogia dell’arte

Il 21 Novembre Salvo Pitruzzella ha presentato il suo nuovo libro alla biblioteca di Santhià. E’ stato accolto da un pubblico numeroso e caloroso che ha partecipato anche al suo laboratorio di drammaterapia nel pomeriggio.Una piccola esperienza memorabile. Grazie a Patrizia Becchio e all’assessore alla cultura Renzo Bellardone e a SPID che hanno organizzato l’evento.